Poeta e scrittore italiano. Di nobile e ricca famiglia, formò la propria
cultura classica sotto la guida di Giuliano Cassiani e Girolamo Pompei,
divenendo esponente di un Neoclassicismo temperato dal sentimentalismo
preromantico. Primi tentativi poetici furono traduzioni di autori classici
(Saffo, Luciano, Orazio), la traduzione della
Berenice di Racine (1774) e
alcune tragedie, fra cui l'
Ulisse (1777). In seguito ad alcuni viaggi a
Roma, Napoli e Malta scrisse il poemetto
La Fata Morgana (1782). Nel 1788
compose le
Poesie campestri, di argomento e tono idillico-sentimentale,
poi ripubblicate nel 1817 insieme alle
Prose. Durante i suoi viaggi in
Europa venne a contatto con Alfieri e altri letterati; esaltò le idee
della Rivoluzione francese nel poemetto
La Francia (1789), senza tuttavia
rimanere coinvolto nel dibattito politico-sociale del tempo, così come
nella polemica classico-romantica, compiacendosi del proprio stile improntato
alla misura e alla sobrietà nell'impiego di ornamenti mitologici. Del
1790 è il romanzo
Abaritte e di pochi anni più tardi la
Dissertazione su i giardini inglesi e sul merito in ciò
dell'Italia, in cui viene nostalgicamente rievocata l'armonia del paesaggio
inglese. Di netto impianto classicistico è la tragedia
Arminio
(1804), così come sono di argomento mitico le successive tragedie
(
Ifigenia in Tauride;
Eteocle e Polinice;
Annibale in
Capua). Nel 1805 pubblicò le
Epistole in versi; in risposta ai
Sepolcri foscoliani, a lui dedicati, compose un'altra epistola (
I
Sepolcri), ben distante, tuttavia, dalla bellezza del carme dell'amico. Nel
1819 pubblicò i
Sermoni, scritti a imitazione di Gozzi e Parini, e
terminò la traduzione dell'
Odissea, intrapresa nel 1805 e
pubblicata nel 1822, l'opera cui è legata la sua fama. In ossequio
all'ideale neoclassico,
P. elaborò un testo che senza essere
trascrizione fedele dell'originale risulta, a differenza dell'
Iliade
montiana, di un'eleganza fredda e impersonale. Tra le altre sue opere ricordiamo
un poemetto di tono moraleggiante (
Il colpo di martello del campanile di S.
Marco, 1820) e gli
Elogi di letterati italiani (1826) (Verona
1753-1828).